Kingdom Come - Un Inno Epic di Melodie Doom e Riffi Thrash

“Kingdom Come” dei Death Angel è un brano che trascende i confini convenzionali del heavy metal, intrecciando melodie doom opprimenti con riff thrash aggressivi in un’opera epica che lascia il segno. Pubblicata nel 1987 nell’album “Frolic Through The Park”, questa traccia rappresenta una pietra miliare della scena thrash californiana, rivelando la capacità del gruppo di fondere elementi diversi per creare una sonorità unica e memorabile.
Una Storia di Resilienza: La Genesi dei Death Angel
Per comprendere appieno l’impatto di “Kingdom Come”, è necessario immergersi nella storia della band che l’ha composta: i Death Angel. Nati a San Francisco nel 1982, questi giovani metalhead hanno rapidamente guadagnato una solida reputazione grazie alle loro performance live esplosive e alla ferocia del loro sound. La formazione originale comprendeva Rob Cavestany (chitarra), Mark Osegueda (voce), Andy Galeon (basso) e Dennis Pepa (batteria). Nel 1983, si aggiunse a loro Gus Pepa, il fratello di Dennis, alla seconda chitarra.
“Frolic Through The Park”: Un Capolavoro Thrash con Accenni di Doom
L’album “Frolic Through the Park” ha segnato un momento cruciale nella carriera dei Death Angel, affermando la band come una delle forze principali della scena thrash metal americana. Prodotto da John Cuniberti, noto per il suo lavoro con artisti come Metallica e Exodus, l’album presentava un sound potente e definito, caratterizzato da riff complessi, assoli di chitarrashredding e un’intensità furiosa.
“Kingdom Come”, traccia d’apertura dell’album, si distingue per la sua struttura epica e melodica, lontana dalle tipiche esplosioni thrash metal. La canzone inizia con una sezione lenta e cupa, dominata da riff heavy di chitarra e dalla voce malinconica di Mark Osegueda che canta di un regno lontano e perduto.
Decifrare la Sinfonia: L’Analisi Musicale di “Kingdom Come”
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Intro: Una progressione acustica melodica, quasi suggestiva, introduce l’ascoltatore all’atmosfera oscura della canzone.
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Primo Verso: La chitarra elettrica entra in scena con riff potenti e cadenzati, accompagnando la voce di Osegueda che racconta una storia di speranza e lotta contro il destino.
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Ritornello: L’intensità aumenta, i batteristi Pepa creano un ritmo ossessivo e i chitarristi Cavestany e Gus Pepa sfoderano assolishredding che ricordano lo stile dei Metallica più furiosi.
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Ponte: Un breve momento di respiro con melodie acustiche prima dell’esplosione finale del brano.
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Outro: Un crescendo potente, una combinazione di riff thrash metal, voci aggressive e assoli di chitarra virtuosistici che culminano in un climax epico.
Un Legado Durabile: “Kingdom Come” nel Tempo
“Kingdom Come” ha lasciato un segno indelebile nell’universo del heavy metal. La sua capacità di fondere elementi doom e thrash in modo armonioso la rende una canzone unica, capace di emozionare e coinvolgere il pubblico anche dopo decenni dalla sua pubblicazione. La canzone è stata spesso inserita nelle scalette dei concerti dei Death Angel e è considerata da molti fan come uno dei loro brani più rappresentativi.
Oltre a essere un capolavoro musicale, “Kingdom Come” incarna la resilienza e la determinazione di una band che ha saputo affrontare le difficoltà della scena musicale metal per emergere con un sound originale e potente. Il brano rimane oggi una testimonianza della creatività dei Death Angel e dell’importanza del thrash metal come genere musicale innovatore e influente.